Amore

L'essenza di Dio è amore e la via Sufi è una via d'amore. Quanto è difficile descrivere l'amore per mezzo delle parole: è come cercare di descrivere il sapore del miele a qualcuno che non lo hai mai assaggiato o nemmeno visto, a qualcuno che non sa cosa sia il miele. Amore è vedere la parte buona e bella di tutte le cose.

È apprendere da tutte le cose, vedere i doni di Dio e la Sua generosità in tutte le cose. È gratitudine verso la Sua munificenza. Si tratta del primo passo sulla strada verso l'amore di Dio. Un semplice seme d'amore. Con il tempo il seme crescerà, diverrà un albero e porterà i suoi frutti. Da allora, chiunque assaggi questo frutto conoscerà cos'è realmente l'amore. E non sarà impresa facile per coloro che lo hanno assaggiato di parlarne a coloro che non lo hanno fatto. L'amore è una speciale, gradevole sofferenza. Chiunque lo possiederà nel cuore conoscerà il segreto. Vedrà che ogni cosa è Verità, e che ogni cosa guida verso la Verità. Non esiste nulla oltre la Verità. È realizzando questo che avviene la vittoria. Costoro penetreranno nell'oceano della Verità. Qualsiasi cosa voi proviate dell'amore, in qualsiasi maniera e a qualsiasi livello, è solo un'infinitesima parte dell'Amore Divino. L'amore tra uomo e donna è per esempio una parte di questo Amore Divino, anche se a volte l'amato diventa un velo tra l'amore e la realizzazione del vero amore. Un giorno questo velo si alzerà ed allora il vero Amato, il vero scopo apparirà in tutta la sua gloria Divina. Ciò che conta è avere questo sentimento d'amore nel cuore, in qualsiasi forma o fattezza. È anche importante che si sia amati. È più facile amare che essere amati. Se si è stati innamorati, un giorno si raggiungerà certamente l'Amato. I doni di Dio spesso arrivano a noi attraverso le mani di altri esseri umani, attraverso altri servi di Dio. Vediamo così che l'amore Divino si esprime anche tra gli esseri umani. Gli shaykh sono i coppieri del vino e il derviscio è la coppa. Il vino è l'amore. Attraverso la mano del coppiere, la coppa – il derviscio – viene riempita. È la via più corta: l'amore può essere offerto dall'una all'altra mano. È la via più corta.

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Una volta uno dei miei dervisci mi chiese se l'amore di un derviscio per il suo shaykh poteva essere un esempio di amore universale. Per capire realmente il legame tra uno shaykh e un derviscio, dovete osservare non solo questo mondo ma anche l'altro. Nel Giorno del Giudizio ad ogni anima verrà chiesto quali azioni essa ha portato con sé, quali
buone azioni ha portato a compimento per guadagnarsi l'entrata nel Paradiso. Sulla bilancia Divina tutte le nostre buone azioni verranno pesate contro i nostri errori e i nostri peccati. Quando le vostre azioni saranno pesate e verrete trovati sprovvisti, come molti di noi saranno, vi rivolgerete alle vostre mogli o ai vostri mariti per chiedere loro se possono dividere con voi le loro buone azioni e migliorare il vostro stato. Assorbiti nel loro personale Giudizio, diranno "Riguardo a me? Non ho fatto abbastanza per meritarmi il Paradiso. Chi mi aiuterà?" Allora vi rivolgerete ai vostri padri, ed anch'essi diranno "Ho bisogno di aiuto. Chi mi aiuterà?" E rivolgendovi verso le vostre madri, chiederete ancora ad esse il loro aiuto. E le vostre madri, sopraffatte dallo shock del Giorno del Giudizio, anch'esse diranno "Mi sono persa. Qualcuno può aiutarmi?" A quel punto il vostro shaykh o uno dei vostri fratelli o sorelle dervisci appariranno dicendovi "Prendi tutte le mie buone azioni. Per me è sufficiente che tu entri in Paradiso". La Compassione Divina e la Giustizia Divina intercederanno. Non permettendo che tanta generosità rimanga senza ricompensa, shaykh e dervisci verranno condotti in Paradiso. È così che andremo, se Dio vorrà, mano nella mano, sostenendoci l'un l'altro. Nessuno forse ne è veramente degno, ma per via di coloro che sono partiti prima di noi e per via dell'amore per gli altri, noi ci condurremo l'un l'altro in Paradiso! Quindi, per rispondere alla domanda: no, l'amore di un derviscio per il suo shaykh non è un esempio di amore universale! Uno dei grandi esempi di amore è la relazione tra il profeta Giuseppe (la Pace di Dio sia su di lui) e Zuleika, la moglie di Putifarre. Giuseppe era ritenuto più brillante e avvenente di tutti i profeti venuti prima di lui. Zuleika si innamorò di lui nel momento in cui lo vide. Zuleika sacrificò tutto per amore di Giuseppe – denaro, reputazione e posizione. Era talmente ammaliata da Giuseppe che avrebbe dato i suo gioielli più preziosi a chiunque le avesse raccontato di averlo visto e le avesse descritto ciò che stava facendo. Divenne ben presto lo scandalo dell'aristocrazia egiziana – una donna sposata vergognosamente innamorata dello schiavo di suo marito. Esiste una verità profonda in questo. Non si tratta di un amore ordinario. Un amore così potente porta in sé qualcosa di proibito, persino di illecito. Può farti dimenticare la persona che tu credevi di essere. Può portarti oltre le convenzioni e i limiti della società. Può portarti alla Verità. Una volta saputo che le donne della sua società ricamavano pettegolezzi su di lei, Zuleika trovò il modo per ripagarle. Invitò le sue amiche a pranzo. Per dessert offrì frutta fresca e diede dei coltelli affilati per sbucciarla e tagliarla. A quel punto convocò Giuseppe. Tutte le donne erano così colpite dalla sua bellezza che dimenticarono completamente la frutta che stavano tagliando, finendo col tagliarsi loro stesse. Zuleika commentò: "Ecco! Mi biasimerete ancora?" Anni dopo i loro status sociali si erano capovolti. Giuseppe era diventato l'amico del Faraone ed il suo più vicino consigliere, la seconda persona più potente dell'impero. Zuleika era stata ripudiata da suo marito per via dello scandalo ed ora si era ridotta a guadagnare una miseria vivendo di elemosine e lavori umili. Un giorno Giuseppe vide Zuleika per strada. Era vestito di seta, alla guida di un bellissimo stallone, circondato da consiglieri e dalle sue guardie personali. Zuleika vestiva di stracci, la sua bellezza si era persa nelle tribolazioni degli ultimi anni della sua vita. Giuseppe disse "Oh Zuleika, prima, quando tu mi volevi sposare, sono stato costretto a rifiutarti. Tu eri la moglie del mio padrone. Ora tu sei libera e io non sono più uno schiavo. Se lo desideri, ti sposo subito." Zuleika lo guardò, i suoi occhi si riempirono di luce. Disse: "No, Giuseppe. Il mio grande amore per te non era altro che un velo tra me e l'Amato. Ho buttato via quel velo. Ora che ho trovato l'Amato, non ho più bisogno del tuo amore." Attraverso il suo grande amore per Giuseppe, Zuleika trovò quello che tutti noi stiamo cercando, la Sorgente dell'Amore.

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Ad Istanbul c'è una bellissima moschea chiamata la Moschea di Bayazid. Dai tempi in cui questa moschea fu costruita gli shaykh Sufi e i dervisci l'hanno sempre frequentata. Lo shaykh Jamal Halveti (la Misericordia di Dio sia su di lui), uno degli shaykh della nostra tariqa, fu invitato dal Sultano per benedire l'apertura di questa grande moschea. I saggi di Istanbul, l'aristocrazia e il Sultano stesso erano presenti. Quel giorno era riunito tutto il fior fiore dell'Impero Ottomano. Quando lo shaykh si alzò per parlare di fronte a questa folla acculturata e sofisticata, un uomo di intelletto semplice saltò fuori dicendo: "Oh shaykh! Ho perso il mio asino. Tutte le persone di Istanbul ora sono qui. Per favore chiedete loro se hanno visto il mio asino." Lo shaykh disse "Siediti. Io troverò il tuo asino". Lo shaykh si rivolse alla folla: "C'è qualcuno tra di voi che non sa cos'è l'amore, che non lo ha mai assaporato in alcun modo?" All'inizio nessuno si mosse, ma alla fine, uno per volta, tre uomini si alzarono. Il primo uomo ad alzarsi disse "È vero, io veramente non so cos'è l'amore, non l'ho mai provato. Non capisco nemmeno in che modo possa piacermi qualcuno." Gli altri due annuirono. Allora lo shaykh disse all'uomo che aveva perso il suo asino: "Tu hai perso un asino. Ecco, io te ne sto offrendo tre!" Anche un asino ama l'erba verde fresca. Quando le persone imparano ad amare – un reale, vero amore – la loro condizione si eleva a quella degli angeli. Quando non sappiamo amare, la nostra condizione diventa più bassa di quella degli asini.
Questo mi fa ricordare un'altra storia di asini. Una volta, uno degli apostoli di Gesù stava predicando in una piccola città. Le persone gli chiedevano un miracolo, resuscitare i morti come Gesù aveva fatto. Andarono al cimitero della città e si fermarono di fronte ad una tomba. L'apostolo pregò Dio affinchè riportasse il morto in vita. Il morto si alzò dalla sua tomba, si guardò intorno e gridò: "Il mio asino, dov'è il mio asino?". In vita era stato un poveruomo la cui più grande ricchezza era un asino. Il suo asino era la cosa più importante della sua vita. La stessa cosa vale per voi. Qualsiasi cosa vi sia molto cara sarà determinante durante la resurrezione. Nell'aldilà sarete insieme alla persona che amate.

 

Shaykh Muzaffer Ozak al Jerrahi (q.s.s.)

Capo degli shaikh dell'ordine Sufi Jerrahi-Halveti. Nelle nazioni occidentali è ben conosciuto per via delle sue visite in Europa e negli Stati Uniti, dove ha celebrato numerosi dhikr in pubblico. È anche famoso in Turchia per i suoi "ilahis", inni religiosi sufi. I centri sufi fondati da lui, dove lo dhikr viene eseguito, sono attivi ancora oggi in tutto il mondo nelle maggiori città. Ha scritto diversi libri, tradotti in più lingue, tra cui: Irshad: Wisdom Of A Sufi Master, The Unveiling Of Love, Adornment Of Hearts, The Garden Of Dervishes, Ashki's Divan.

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