Assoluto e invisibile, ma presente nelle sue creature

Articolo del Dott. Mouelhi Mohsen (Vicario generale della Confraternita Sufi Jerrahi d’Italia) pubblicato sulla rivista "Il Segno".

Secondo l'esegesi coranica, se tutti gli oceani fossero d'inchiostro e intingessimo la penna in quest'immenso calamaio per scrivere le lodi di Dio, quell'inchiostro sarebbe finito prima d'aver potuto vergare un'infinitesima parte degli attributi divini. E lo stesso accadrebbe se anche avessimo a disposizione un altro oceano d'inchiostro.
Egli è al di là da ogni ideazione e da ogni configurazione possibile all'essere umano. È il Mistero sublime, l'Inconoscibile, come più volte rammenta il Corano stesso. L'essenza divina è indefinibile; comporta realtà che sfuggono del tutto alla mente umana, quali Eternità, Unicità, Infinito. L'uomo per questo non è a immagine e somiglianza di Dio. Tuttavia, pur essendo Assoluto invisibile, Dio è anche Realtà onnipresente: l'Essenza divina si manifesta nei suoi fenomeni grazie all'attribuzione (seppur limitativa) di un nome a ciascuno di essi. Quindi ogni Nome è simbolo di un attributo dell'Essenza divina, che è riflesso della realtà di Dio, mentre in effetti Dio è sopra e oltre a tutto ciò.
Per la teologia musulmana i Nomi di Dio - rappresentazione vocale dei Suoi attributi - sono tanti. Prima di elencarne alcuni relativi alla Sua vicinanza, ecco due concetti:

«Dio! Nessun Dio se non Lui, il Vivente, l'Assoluto. Né sonnolenza né sonno Lo colgono... Egli è l'Altissimo, l'Infinito» (2°255);

«Dio è la luce dei cieli e della terra. La Sua luce è come una nicchia in cui si trova una lampada, lampada entro un vetro, vetro come un astro scintillante; ha luce da un albero benedetto: un ulivo né dell'oriente, né dell'occidente, il cui olio illumina, quasi senza che un fuoco lo tocchi. Luce su Luce. Dio guida verso la Sua luce chi Egli vuole...» (24°35).

L'esegesi, in particolare mistica, elenca "99 Nomi di Dio" noti ai fedeli comuni, mentre il centesimo è nascosto, segreto e accessibile solo ai mistici più illuminati. Dei Novantanove Nomi parla il Corano stesso:

«A Dio appartengono i Nomi più belli. InvocateLo con questi, e distoglietevi da coloro che bestemmiano i Suoi Nomi» (8°180);

«Dio, non altro dio che Lui. A Lui appartengono i Nomi più belli» (20°8);

«Sia che Lo invochiate Dio o che lo invochiate Clemente, con qualsiasi Nome Lo invochiate, Suoi sono i Nomi più belli» (17°110).

Per i Cristiani Dio è Amore. I musulmani Lo invocano a ogni preghiera, o quando iniziano qualsiasi lavoro, dicendo: «Bismillah arrahman arrahim», e cioè «Nel Nome di Dio Clemente e Misericordioso». In arabo questi due termini provengono dal termine rahim, cioè il grembo materno. Un Hadith (un detto del Profeta Maometto, che iddio lo benedica e L'abbia in Gloria) ci dice: «La benevolenza di Dio per le sue creature è maggiore di quella della madre verso il proprio figlio», a indicare vicinanza, amore, benevolenza e tolleranza.
Gli Hadith sono tanti e danno ulteriori chiarimenti sulla Sua vicinanza. Eccone uno: «Chi cerca di avvicinarsi a Me (Dio) di una spanna, Io mi avvicinerò di un cubito e a chi si avvicina di un cubito, Io mi avvicinerò di due braccia, se qualcuno cammina verso di Me, Io correrò verso di lui, e se qualcuno dovesse giungere a Me, credendo interamente in Me, anche se avesse compiuto tutti i peccati della terra, Io sarò davanti a lui con una misericordia grande quanto la terra». E ancora: «Allah ha detto: Per la persona che giudico essermi cara, Io sono le orecchie con cui ascolta, sono la vista con cui vede, sono le mani con cui afferra e sono i piedi con cui cammina».
La vicinanza di Dio è dentro le sue creature. I Sufi (i mistici dell'Islam) dicono: «L'Universo non può contenere Iddio, ed è il cuore del Suo fedele che lo può contenere», ed è proprio lì che Iddio guarderà nel giorno del giudizio. L'avvicinarsi da parte dell'uomo si materializza con questi Hadith: «Amate il Vostro Creatore, amate subito i vostri simili»; «Dai da mangiare all'affamato e visita il malato e preoccupati del carcerato se è ingiustamente detenuto. Dai assistenza a ogni oppresso, sia o non sia musulmano».
Il Corano parla di Dio in quasi tutte le sure, e tutti i versetti ci introducono nel campo umano, ci portano a considerare gli esseri umani nei loro atteggiamenti e nelle loro azioni. Il Corano indica ripetutamente: Dio è generoso nelle sue grazie e soprattutto è il perdonatore per eccellenza. A Lui l'essere umano torna e ritorna più volte pentito per essere perdonato, perché è debole, tentato a ogni piè sospinto, e cade nel peccato, che contravviene all'armonia del creato e alle leggi che lo reggono, secondo la creazione di Dio. L'essere umano commette errori e Allah, nella sua immensa misericordia, ci dice: «Certamente la Mia compassione supera la Mia collera».

Dio vuole che le sue creature siano religiose e spiritualmente attive e vicine a Lui, precisando come deve essere il loro atteggiamento:

«La religiosità non consiste nel volgere il vostro volto verso oriente o verso occidente. La religiosità consiste [...] nel dare dei propri beni ai parenti, agli orfani, agli indigenti, ai viaggiatori, ai mendicanti, e per la liberazione degli schiavi; nell'osservare la preghiera, nel versare la zakàt. Sono caritatevoli quelli che rimangono fedeli agli impegni assunti, sono perseveranti nelle avversità, nel dolore e nel momento del pericolo. Ecco le genti sincere [cioè vicine a Dio, nda]» (2°177).

Concludo con una massima di Al Bistami: «Dio Crea gli esseri senza che loro lo sappiano e li lega alla loro fede senza che essi lo vogliano. Se Egli non li aiutasse, chi li aiuterebbe mai?».

Dott. Mouelhi Mohsen – Vicario generale della Confraternita Sufi Jerrahi d’Italia

Confraternita dei Sufi Jerrahi-Halveti in Italia - Contatta il webmaster - Facebook Youtube