Essere un Maestro Sufi
Essere un Maestro Sufi vuol dire diventare ciò che si può diventare, senza cercare di perseguire quello che - allo stadio sbagliato - è illusione.
Significa diventare consapevoli di quello che ci è possibile, e non ritenersi consapevoli di quanto invece si sta trascurando.
Il Sufismo è la scienza di acquietare ciò che va acquietato, e di risvegliare ciò che va risvegliato. E' anche la scienza che fa capire 1'impossibilita di acquietare o di risvegliare quel che non lo può essere, o di credere d'aver bisogno quando non c'è bisogno.
Significa realizzare l'unità nascosta nonostante le esigenze poste dalla diversità, e non per mezzo di queste esigenze.
Significa tenere conto dei mezzi che nella diversità si presentano, senza pensare che i suoi aspetti esteriori possono essere in se stessi importanti.
Occorre avvicinarsi al Sufismo studiando il modo di imparare a imparare; non cercando di acquistare conoscenza senza attuare la giusta pratica per conseguirla.
Ci si avvia a diventare un Maestro Sufi rendendosi conto che costumi e preconcetti sono fatti essenziali solamente entro determinati ambiti; ma non creando un costume o un nuovo preconcetto, né giudicando sulla base dei preconcetti.
Occorre diventare consapevoli della non-importanza allo stesso modo con cui si è consapevoli dell'importanza; e senza cercare soltanto i sentimenti importanti.
Sapere che l'umiltà è uno strumento necessario per il viaggio, se opportunamente corretta dall'ambizione, che si terrà del tutto lontana dall'orgoglio e dalla presunzione.
Adottare ciò vale quanto vale e laddove vale, ma solo per coloro per cui vale. Non imitate per timore ancor meno per ammirazione, e mai per imitazione.
Il concentrarsi sulle aspirazioni non conduce all'elevazione; per cui non saranno le parole che guariranno, bensì il metodo corretto di sceglierle e di dirle al momento opportuno.
Un uomo, un libro, una scuola, un metodo applicabili a tutti, o ancora: quando entusiasmano tutti, sono come una trappola tesa per catturarvi attraverso l'elemento più deleterio che c'è in voi.
Shaykh Muzaffer Ozak al Jerrahi (q.s.s.)